Maria Lombardi
Un noto artista francese (da vent’anni in Italia) è scivolato dal catamarano
su cui veleggiava col figlio
Pittore scomparso nel lago
Bracciano, da sabato i sommozzatori cercano Jean-Pierre Velly
Arthur, 23 anni, non è riuscito a ritrovare il padre ed è tornato a riva con la barca.
Incredulità a Formello, dove c’è la sua casa.
“Sensibile, amico di tutti, si fermava sempre al bar a chiacchierare”
È un famoso pittore francese l’uomo scomparso sabato pomeriggio nelle acque del lago di Bracciano: Jean-Pierre Velly, 47 anni, nato ad Audierne, un paese della Bretagna. Le ricerche dell’artista, disperso sabato pomeriggio durante una gita in barca, sono proseguite fino alle 18 di ieri. Ma del pittore bretone, da 20 anni residente a Formello, nessuna traccia. Le fredde acque del lago che lo hanno inghiottito in un pomeriggio ventoso continuano a tenerlo prigioniero.
È molto profondo il punto in cui Jean-Pierre Velly è caduto dal catamarano, settanta metri circa. E i quattro sommozzatori di Roma, all’opera da sabato pomeriggio, non ce la fanno ad arrivare fin laggiù. Il fondo è melmoso e non si vede molto bene. Per tutta la mattina gli elicotteri hanno sorvolato la zona in cui è avvenuto l’incidente, ma invano. Stamane riprenderanno le ricerche: a dare man forte ai colleghi romani arriveranno i sommozzatori del gruppo di Grossetto che dispongono di attrezzature sofisticate e sono in grado si scendere più a fondo (il lago tocca i 160 metri). A scrutare le acque del lago stamane ci sarà anche una telecamera sottomarina. I vigili del fuoco, in collaborazione con i carabinieri di Trevignano, sperano di rinvenire il disperso entro domani. In caso contrario, chiederanno aiuto ai pescatori del posto che utilizzeranno le reti a strascico. La tragica avventura di Jean-Pierre Velly è cominciata alle 17 di sabato pomeriggio. Era partito a bordo di un catamarano, in compagnia del figlio Arthur di 23 anni, dal molo di Trevignano. In due minuti l’imbarcazione era già lontana dalla riva.
Cosa sia successo di preciso, ancora non si sa. Forse a causa di una manovra sbagliata, il pittore ha perso l’equilibrio ed e caduto nel lago. Non è stato ancora accertato chi condusse il catamarano. L’imbarcazione si è allontanata dal punto in cui è accaduto l’incidente, ma il figlio con una manovra repentina è riuscito a tornare indietro. Arthur ha cercato il padre, lo ha chiamato più volte, ma inutilmente. Disperato, è tornato a riva con il catamarano e ha dato subito l’allarme. Alle 17.40 sono cominciate le ricerche: i vigili del fuoco di Bracciano, tre uomini del gruppo elicotteri di Roma e i sommozzatori hanno lavorato senza sosta fino a tarda sera. Sono state effettuate numerose immersioni, mentre a riva la gente seguiva con apprensione le operazioni. Quando è calata la sera, le ricerche sono state sospese.
«Non ci posso credere, da quando l’ho saputo non riesco a darmi pace. Ero, così affezionata a Giampiero». Lo chiama così, sottovoce, Peppa Finocchi un’anziana signora, vicina di casa del pittore. Volge lo sguardo commossa al palazzetto antico rivestito d’edera, in piazza Sant’Angelo, nel centro storico di Formello, dove il pittore abitava, e racconta: «Ci siamo incontrati l’altro pomeriggio, poco prima che, lui andasse in gita a Bracciano. Peppa, mi aveva detto, adesso saremo ancora più vicini. Sì, perché aveva da poco acquistato una casa, sempre in piazza, proprio accanto alla mia. E la stava rimettendo a posto: aveva appena rifatto le scale. Immagino che volesse regalarla al figlio».
C’è grande tristezza a Formello per la scomparsa del pittore. Nei bar, per le strade non si parla d’altro che di Jean-Pierre, della sua cordialità, del suo amore per le viuzze e le case medievali che ancora si conservano intatte. «Era una persona davvero straordinaria, un uomo semplice e sensibile. Chiacchierava con tutti, sempre molto discreto e simpatico», racconta una signora che abita in via XX Settembre, vicino allo studio del pittore. «Era un orgoglio per noi di Formello. E poi era così innamorato di questo centro storico: non gli piaceva la città, ci andava il meno possibile». Tutti i momenti liberi Jean-Pierre li trascorreva al bar Sabatino, in via XX Settembre. Si divertiva a stare in mezzo alla gente.
Sposato con Rosa Estadella, una quotata pittrice spagnola, Velly aveva due figli: Arthur, grafico che aveva da poco terminato il servizio militare e Catherine, di 12 anni. Da qualche tempo non viveva più con la moglie, anche se manteneva con lei ottimi rapporti. Era giunto a Roma nel 1970 ospite di Villa Medici con un Prix de Rome. Si era innamorato dell’Italia e aveva deciso di stabilirsi qui. Aveva cominciato come incisore, e costruiva da se gli strumenti della sua arte. Dall’incisione era poi passato alla pittura. Componeva anche poesie. Negli ultimi tempi, le sue quotazioni come artista erano cresciute e la critica dimostrava sempre più interesse nei confronti della sua arte.
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